Il Natale dei razzisti

Giotto, La Natività di Gesù
Giotto, La Natività di Gesù

Il Natale è arrivato anche quest’anno; la comunità dei cristiani ha festeggiato la nascita del Bambino, venuto al mondo per portare pace e fratellanza. E Gesù, dopo due millenni, continua a chiamare a sé – nel freddo della capanna, circondato dai più umili – coloro che pace e fratellanza vogliono attuare, nel desiderio universale di amore per il prossimo.
Un Natale per tutti, anche per coloro che ignorano il significato profondo delle parole pace e fratellanza, e sono tanti. Quelli che, in Italia, e non solo, continuano a dare impulso ai sentimenti peggiori.
E sorgono domande. Rivolte ai cosiddetti difensori della nostra identità religiosa e cultirale, a quelli che esibiscono i simboli del cristianesimo come insegne di guerra crociata, agli architetti della paura, ai leghisti, ai fascisti e agli ideologi di un nazionalismo malato, agli utenti dei social network che vomitano atrocità dalla tastiera dei pc: che natale avete festeggiato? Cosa, in realtà, avete voluto dire quando avete fatto gli auguri di Buon Natale a parenti ed amici?
Perché, non ci si può dire cristiani e, al tempo stesso, ignorare il senso di quella nascita, che è inequivocabile e, quindi, non ammette errori di interpretazione, da sempre.
Avete, in questi giorni, per fare piacere al Bambino, fatto opera di pentimento per quanto fatto e detto contro i rom, i musulmani, gli omosessuali, i neri, i meridionali, i poveri e i diseredati di ogni parte del mondo, per ricominciare tra qualche giorno, come prima e più di prima?
Si parla di voi, che fate la figura di devoti senza dio, perché, il vostro, è un mercimonio indecente del sentimento cristiano, del quale vi appropriate, senza averne diritto.
Siete voi che dite di essere cristiani e, tuttavia, vi ribellate quando si parla di rimozione del crocifisso dai luoghi pubblici, o insorgete se nelle scuole non viene fatto il presepe, pur non andando mai in chiesa; siete sempre voi che discriminate, a scuola, i bimbi figli di stranieri, ai quali non volete neanche dare da mangiare; siete voi che arrivate, succede anche questo, a prestare aiuto contro voglia ai poveracci, feriti o moribondi sulle strade; siete voi che sfruttate gli stranieri pagandoli una miseria e, allo stesso modo, affidate i vostri genitori anziani alle donne dell’Europa dell’est; siete voi che fate i soldi, o vorreste farli, con l’accoglienza dei migranti, e siete ancora voi quelli che gioiscono quando il mare inghiotte vite a centinaia o le restituisce ammantate di morte.
Allora, che Natale avete festeggiato? Con quale spirito, voi che vi dite di amare Gesù, avete accolto il Bambino, che è molto più di una statutina del presepe?
Avete ascoltato la Sua voce o è stato il solito Natale con lo stomaco pieno e la testa vuota?

dallaterrallaluna