Seconda Guerra Mondiale, i bombardamenti hanno lasciato tracce nell’atmosfera

Una formazione di bombardieri B 17 americani

I bombardamenti aerei degli Alleati, durante la Seconda Guerra Mondiale, hanno lasciato tracce anche nell’atmosfera. Le onde d’urto causate dalle esplosioni delle bombe sono state talmente potenti che hanno raggiunto il confine con lo spazio, a quasi mille chilometri dalla superficie terrestre. Questo ha provocato un indebolimento della ionosfera, dove elevata è la presenza di elettroni e di ioni. A stabilirlo è uno studio dell’Università di Reading, nel Regno Unito, pubblicato sulla rivista Annales Geophysicae.

Secondo gli studiosi, ogni raid ha rilasciato energia pari a quella di trecento lampi; e grazie all’esame delle registrazioni giornaliere effettuate, tra il 1943 e il 1945, dal Centro di Ricerca per le onde radio di Slough, con la relativa analisi dei cambiamenti nella ionosfera durante oltre centocinquanta massicci bombardamenti degli Alleati in Europa, si è accertato che la concentrazione di elettroni diminuiva drasticamente mentre le bombe esplodevano vicino a terra, probabilmente a causa di un riscaldamento dell’aria.

Inoltre, i piloti che partecipavano alle missioni, spesso, riportavano danni agli aeroplani anche se si mantenevano al di sopra dell’altitudine raccomandata; e chi si trovava sotto i bombardamenti veniva sbalzato via dalle onde d’urto delle esplosioni. Gli scienziati hanno riferito di voci che, all’epoca, consigliavano a chi si trovava nei rifugi di avvolgersi un asciugamano bagnato intorno al viso, per impedire alle onde d’urto di far collassare i polmoni lasciando il resto del corpo intatto.

Nel dopoguerra, nessuno si era mai reso conto dell’impatto dei bombardamenti negli strati più alti dell’atmosfera.

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