Sport e Cittadinanza, Essere Sport

Coppi e Bartali nell’iconica immagine al Tour de France del 1952

In un campo di calcio, tra un gruppo di runner, con un plotone di ciclisti che attacca una salita e in qualsiasi altro posto, palestra, arena, piscina; sull’asfalto bollente, lungo la parete rocciosa di una montagna, perfino nel cortile di casa tua sei nello Sport o, meglio, sei Sport, se lo vuoi. E sei in quelle situazioni in cui il sudore scorre copioso e il respiro è accelerato, i muscoli sono in tensione e la concentrazione è massima, perché è lì la tua forza, quello che pompa è il tuo cuore; e c’è qualcuno che magari fa il tifo. Sport, infatti, è un concetto che si allarga per contenerci tutti; è come una grande casa, un teatro enorme, una scena profonda che ci affascina e ci chiama. Può vestirci di un colore e ci mette da una parte, che è quasi sempre opposta ad un’altra, quella che ha colori diversi dai nostri. Ai quali diamo battaglia e, se siamo completamente Sport, anche rispetto, pur se di botte ne prendiamo parecchie.

Sport è incazzature bibliche, mai violenza, però. E’ voglia di avere la forza di un gigante, l’equilibrio dove l’equilibrio si perde, la pazienza dei santi, il potere sulle leggi della fisica, mai cattiveria. Sport sfiora le fragilità, quasi sempre della mente, zona di parcheggio per frustrazioni e malcontento, visioni distorte, fasi fuori fase, focus perduto, situazioni capovolte. Non può essere Sport ciò che Sport non è.

Non contaminare lo Sport, non imprigionarlo, non sconfessarlo e non dimenticarlo. Non mentire allo Sport, non barattarlo, non deturparlo e non ingannarlo. Sport è avventura incredibile, è scalare l’assurdo e mostrare il dito medio all’avversario. Può capitare.

Sport è sentirsi smarriti dalla gioia in mondovisione sul traguardo di un oro olimpico, passarsi una borraccia tra eterni rivali su una cima da leggenda, un urlo viscerale di vittoria davanti a centomila. E stringiamoci a coorte.

Puoi essere pieno di difetti, banale, idiota, cretino, con lo Sport, cambia tutto, perché punti alla perfezione, anche se solo provi a superare il limite che divide quello che sei da quello che puoi diventare, già domani. Lo Sport ti getta nella tempesta e ti muove, ti modella, ti rinnova, ti cambia i connotati; ed è capace, se hai tenacia, di sorprenderti, mostrando sempre la versione migliore di te; mentre tutto il resto, attorno, rimane uguale.

Lo Sport, come un celebre passatempo enigmistico, vanta innumerevoli tentativi di imitazione. Non fare il furbo: fai Sport solo se fai Sport e non se solo dici di fare Sport. E’ evidente. Quindi, lo Sport educa alla sincerità con se stessi, alla sana competizione, alla condivisione dei sacrifici, alla vera bellezza della vittoria e all’opportunità di migliorarsi che offre la sconfitta.

Lo Sport è scuola di vita, è cittadinanza a un livello superiore, percorso che affina l’intelligenza. E’ civiltà condivisa, meritocrazia, democrazia. Non basta fare Sport, bisogna essere Sport, desiderare di essere Sport.

Costruirsi, ricostruirsi, edificare una città nuova, popolata di gente Sport che annusa il futuro e non lo rifiuta. Con coraggio.

dallaterrallaluna