Thomas Fuller, il Calcolatore della Virginia

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Era conosciuto come il “Calcolatore della Virginia”, ma per altri era “Negro Tom”. Si chiamava, invece, Thomas Fuller ed era stato rapito in Africa Occidentale e deportato come schiavo negli Stati Uniti d’America, a quattordici anni, nel 1724.

In Virginia, Thomas fu venduto ai coniugi Preasley e Elisabeth Coxe, ad Alexandria; lavorò duramente nella loro proprietà per tutta la vita. I suoi padroni possedevano sedici schiavi, ma per lui avevano particolare predilezione.

Thomas Fuller non ebbe alcuna istruzione; non sapeva leggere e scrivere, ma era dotato di straordinarie capacità matematiche, acquisite già in Africa, che gli portarono fama ben oltre lo stato della Virginia. La sua abilità nel compiere, in breve tempo, calcoli complessi con estrema precisione serviva, nella piantagione, in tutta una serie di lavori, da quelli agricoli e a quelli edili. Fuller, infatti, in pochi attimi, era in grado di stabilire, per esempio, la quantità di sementi necessaria per un campo o quanti mattoni dovessero essere impiegati per tirare su un muro o il numero esatto delle mattonelle per pavimentare una stanza.

Quando Thomas Fuller era in tarda età, si accorsero di lui gli attivisti della dottrina antischiavista, i quali lo indicarono come la dimostrazione che i neri non fossero mentalmente inferiori ai bianchi.

Un giorno, William Hartshorne and Samuel Coates, gentiluomini giunti dalla Pennsylvania, seppero della stupefacente dote di Thomas, che all’epoca aveva circa settant’anni, e vollero incontrarlo per conoscere meglio le sue capacità di calcolo.

I due posero a Fuller la seguente domanda: “Quanti secondi ci sono in un anno e mezzo?” Thomas rispose in circa due minuti e correttamente: “47.304.000”. Affascinati, Hartshorne e Coates gli sottoposero un quesito più difficile: “Quanti secondi ci sono nella vita di un uomo di settant’anni, diciassette giorni e dodici ore?” Fuller rispose in un minuto e mezzo: “2.210.500.800”. Questa cifra fu, però, contestata perché ritenuta troppo alta da uno dei due interlocutori, che aveva fatto calcoli suoi con carta e penna. Thomas Fuller, senza esitazione, sorprese l’uomo, ricordandogli che non aveva tenuto conto degli anni bisestili, lui sì, perciò la sua somma risultava più grande. E aveva ragione, come dimostrò la successiva verifica. Thomas Fuller era un genio.

Quando qualcuno gli diceva che era stato un peccato non essersi istruito, Fuller rispondeva serenamente che era stato meglio così, sostenendo quanto fossero sciocchi molti uomini ritenuti dotti.

Thomas Fuller morì nel 1790.

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